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Amazon: I rivenditori con vendite in Austria devono definire la partita IVA

Date18 Ago 2020

Dopo molti, molti anni all’interno di una zona grigia, durante i quali i mercati online potevano operare e gestire come volevano in gran parte senza ostacoli, ora vengono sempre più portati a bordo. Questo va dalla divulgazione delle classifiche e degli obblighi di controllo alla corresponsabilità per i reati fiscali. In Germania, dal 2019 è in vigore una regolamentazione della responsabilità per i mercati online, se le vendite non sono adeguatamente tassate.

I rivenditori online sono tenuti a fornire al mercato determinati dati fiscali, compresi il tempo e l’importo delle vendite maturate. Se un commerciante non adempie ai suoi obblighi, le autorità fiscali possono contattare il gestore del mercato con un avviso corrispondente. Se il gestore del mercato non vuole essere responsabile dell’obbligo fiscale, deve bloccare il commerciante. Alcuni commercianti possono anche ricordare il cosiddetto certificato di registrazione. È stato comunicato che l’Austria introdurrà un regolamento gemello a partire dal 1° gennaio 2021.

Dal 2021, la responsabilità di Amazon & Co. anche in Austria

In Austria si applicherà quindi una nuova legge che obbligherà anche le piattaforme come Amazon a trasferire dati, come i dati di identità e le transazioni, alle autorità fiscali austriache. Inoltre, entro la fine dell’anno, Amazon dovrà anche trasmettere le vendite in e verso l’Austria per inserire la propria partita IVA sul conto centrale del venditore, se gli è stata concessa una partita IVA in Austria. In caso contrario, Amazon potrà limitare temporaneamente il conto.

“Se le transazioni di oltre un milione di euro all’anno vengono elaborate attraverso un mercato elettronico in Austria nella loro interezza – cioè da tutti i rivenditori (…), il mercato è responsabile per l’IVA austriaca non pagata se non ha rispettato determinati obblighi di diligenza”, scrive Taxdoo sul suo blog come giustificazione per il nuovo obbligo di notifica.

Pertanto, anche i commercianti tedeschi sono interessati dalle modifiche previste dalla legge austriaca se generano un fatturato in Austria e vi sono registrati ai fini dell’IVA. Se in Austria è stata rilasciata loro una partita IVA, questa deve essere depositata.

Lo Status quo: Soglie di consegna per le consegne in Austria

Ma tutto questo potrebbe presto finire. Le forniture dalla Germania all’Austria sono state finora soggette all’imposizione nel luogo di spedizione e quindi all’imposta tedesca sulla cifra d’affari § 3 comma 6 della legge sull’imposta sulla cifra d’affari (UStG). Anche in questo caso fa eccezione il cosiddetto “regolamento sulle vendite per corrispondenza”, § 3c comma 1 (UStG). L’IVA sulle spedizioni transfrontaliere a privati in Austria è imponibile in Austria se nell’anno in corso o nell’anno precedente è stata superata una determinata soglia di consegna. La soglia di consegna per l’Austria è attualmente di 35.000 euro.

Inizialmente si prevedeva di abolire queste soglie di consegna per le consegne all’interno dell’UE il 1° gennaio 2021. Tuttavia, su sollecitazione di molti Paesi, questo cambiamento deve essere rinviato di almeno sei mesi e quindi entrare in vigore al più presto a partire dal luglio 2021.